Il prezzo del diesel si impenna: ecco che cosa sta succedendo
Sui mercati petroliferi internazionali la situazione è sempre più tesa e i prezzi alla pompa volano: facciamo il punto della situazione
Se la benzina sale, il diesel si impenna. Sembra già terminata la tregua delle passate settimane: da giorni, infatti, i prezzi dei carburanti hanno ripreso la corsa verso l’alto, con il gasolio che allarga ancora la forbice con la verde. Il costo di un rifornimento di diesel è ormai vicino ai 2 euro/litro, nonostante il taglio delle accise del Governo. Una soglia psicologica che al servito viene sfiorata e, in alcune stazioni, addirittura superata.
E pensare che tra le alimentazioni tradizionali il diesel è sempre stato il preferito dai “chilometristi”, oltre ad essere il carburante alla base dei trasporti su gomma. Vediamo cosa sta succedendo.
Partendo dall’ultimo anello, nei giorni scorsi tutte le principali compagnie hanno iniziato a ritoccare i prezzi raccomandati con aumenti fino a 4 cent/litro e risalendo lungo l’intera catena si possono identificare alcune ragioni dei rincari. Prima di tutto, ci sono gli aggiornamenti dal fronte ucraino, con la nuova escalation di tensione a creare ulteriore scompiglio nei mercati internazionali.
Tensioni che non risparmiano le quotazioni del petrolio e a cascata dei prodotti raffinati, a partire dai carburanti. Il prezzo del greggio è poi legato al doppio filo alle recenti decisioni dall’Opec+ e alle sanzioni a Mosca. Da un lato c’è (e pesa) la decisione dei Paesi esportatori di tagliare la produzione di petrolio per 2 milioni di barili al giorno, con l’obiettivo di far salire le quotazioni, e dall’altro troviamo il capitolo embargo.
Scatterà infatti il 5 dicembre il bando al petrolio russo importato via mare, seguito il 5 febbraio dallo stop alle importazioni di prodotti finiti, come il gasolio, che l’Europa ha tradizionalmente comprato in grandi quantità da Mosca. Con l’approssimarsi delle due date spartiacque, i prezzi del diesel non hanno fatto altro che aumentare, almeno in questa fase di incertezza.
Intanto il Brent – riferimento nel mercato europeo – sfiora i 97 dollari a barile, mentre il WTI – riferimento nel mercato americano – viaggia tra i 91 e i 92 $/b. Con queste premesse, c’è chi pensa anche a una rimodulazione dell’attuale taglio di 30 centesimi sulle accise.
Vediamo ora i prezzi dei carburanti in Italia pubblicati oggi dallo stesso Quotidiano Energia ed elaborati sulla base delle comunicazioni dei singoli gestori all’Osservatorio del ministero dello Sviluppo economico.
Il prezzo medio nazionale in modalità self della benzina si attesta a 1,690 euro/litro, con i diversi marchi compresi tra 1,661 e 1,708 euro/litro (media no logo a 1,674 euro/litro). Quanto al prezzo del diesel, sempre in modalità self, la media è pari a 1,836 euro/litro, con le compagnie posizionate tra 1,823 e 1,856 euro/litro (no logo a 1,818 euro/litro).
Venendo al servito, il prezzo della benzina in media è di 1,833 euro/litro, con le compagnie che oscillano tra 1,754 e 1,913 euro/litro (no logo 1,729). La media del diesel è arrivata invece a 1,972 euro/litro, con i singoli player tra 1,914 e 2,051 euro/litro (no logo 1,869).
Il Gpl si muove infine tra 0,788 e 0,807 euro/litro (no logo 0,783), mentre il prezzo del metano si posiziona in media tra 2,816 e 3,451 euro/kg (no logo 2,829).
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