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Aumento dei pedaggi autostradali per il 2023: i dettagli

La stangata sui carburanti non sembra l’unica piaga che affliggerà gli autotrasportatori con l’arrivo dell’anno nuovo: il 2023 inizia anche con l’aumento dei pedaggi autostradali.

Secondo quanto comunicato da una nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal primo gennaio 2023 c’è stato un rincaro dei pedaggi autostradali e ci sarà un ulteriore aumento a partire dal primo luglio 2023.

L’aumento tuttavia non è globale su tutte le tratte, e già almeno questo è una mezza consolazione per chi quotidianamente deve percorrere le autostrade italiane.

Tuttavia su alcune tratte questo aumento potrebbe ulteriormente pesare sulle tasche dei cittadini.

Scopriamo dunque quali sono i tratti autostradali interessati e a quanto ammonteranno questi aumenti.

Aumento dei pedaggi autostradali per il 2023

Gli aumenti sono anche dovuti alla scadenza del provvedimento con cui era stato posto un blocco ai rincari: e pertanto da domenica le tariffe hanno ripreso a salire.

Per l’anno passato, infatti, erano stati sospesi fino al 31 dicembre 2022 gli incrementi delle tariffe, ed erano state applicate quelle vigenti alla data del 31 dicembre 2017.

Adesso la situazione purtroppo cambia: secondo quanto comunicato dalla sopra citata nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti:

  • dal primo gennaio 2023 c’è stato un rincaro del 2% dei pedaggi in alcune tratte
  • ci sarà un ulteriore aumento dell’1,34% a partire dal primo luglio 2023.

Quali sono le tratte interessate?

Il Ministero comunica che questi aumenti riguardano nello specifico i pedaggi sulle tratte di competenza di Autostrade per l’Italia (Aspi): si tratta circa del 50% della rete nazionale a pedaggio (3mila chilometri su 6mila).

Ad esempio citiamo alcune tra le tratte più trafficate gestite da Aspi:

  • Autostrada A1   Autostrada del Sole        Milano → Napoli
  • Autostrada A4   Serenissima       Milano Fiorenza → Brescia ovest
  • Autostrada A7   Autostrada dei Giovi / La Serravalle         Serravalle Scrivia → Genova ovest
  • Autostrada A8   Autostrada dei Laghi      Milano → Varese
  • Autostrada A8/A26  Diramazione Gallarate-Gattico Gallarate → Innesto Autostrada A26
  • Autostrada A9   Autostrada dei Laghi      Lainate → Ponte Chiasso
  • Autostrada A10   Autostrada dei Fiori        Genova → Savona
  • Autostrada A11  Autostrada Firenze-Mare            Firenze → Pisa nord
  • Autostrada A13    Autostrada Bologna-Padova       Bologna → Padova
  • Autostrada A14   Autostrada Adriatica      Bologna → Taranto

Quali sono le tratte escluse?

Come detto sopra c’è un 50% di tratte escluse da questo aumento dei pedaggi.

Nello specifico citiamo ad esempio:

  • una serie di tratte autostradali gestite da altre società diverse da Autostrade per l’Italia (A24 /A25 Roma L’Aquila Teramo, Diramazione Torano Pescara, Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova, Milano Serravalle, Tronco Autocisa, Tangenziale di Napoli, A6 Traforo Autostradale del Frejus, Raccordo Autostradale Valle d’Aosta)
  • tratte gestite da aziende le cui concessioni sono scadute (Autostrada del Brennero S.p.A, Società Autostrada Ligure Toscana S.p.A. – A12 Tronco Ligure Toscano -, Autovie Venete S.p.A., SATAP S.p.A. – Tronco Torino, Alessandria, Piacenza, Autostrada dei Fiori S.p.A. e Società per Azioni Autostrada Torino-Ivrea-Valle D’Aosta, BreBeMi, Pedemontana Lombarda, Strada dei Parchi S.p.A. e il consorzio per le autostrade siciliane).

Giorgio Petrolo

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